Steven Earl Rogers
1971, Inghilterra
Esiste la realtà? E anche ammesso che esista, si può riprodurre?
Sembra un interrogativo alla Borges ma è piuttosto il dubbio sul quale si fonda ogni forma di comunicazione.
"Ceci n'est pas un pipe" scriveva Magritte in calce ad un suo famoso dipinto. Gli stessi mezzi meccanici di riproduzione della realtà (dalle macchine fotografiche alle videocamere) sono in realtà fallaci, nonostante si vantino di essere "obiettivi". Una fotografia del mare, ad esempio, non è bagnata non sa neppure di sale. Picasso replicò molto seriamente ad un collezionista d'arte che, criticando lo stile cubista, decise di mostrare una foto di sua moglie per convincerlo a dipingere le persone "come sono veramente": "Ah, capisco. Sua moglie dunque è molto sottile e alta circa dieci centimetri?".
Ma al tempo stesso "riprodurre la realtà" è davvero l'unico modo per rappresentarla? Ogni atto creativo presuppone necessariamente una dose di finzione. Non esiste pittura o letteratura e, più in generale, nessuna altra forma d'arte che non sia fantastica.
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