Stephen Earl Rogers


Steven Earl Rogers
1971, Inghilterra

Esiste la realtà? E anche ammesso che esista, si può riprodurre? 
Sembra un interrogativo alla Borges ma è piuttosto il dubbio sul quale si fonda ogni forma di comunicazione. 

"Ceci n'est pas un pipe" scriveva Magritte in calce ad un suo famoso dipinto. Gli stessi mezzi meccanici di riproduzione della realtà (dalle macchine fotografiche alle videocamere) sono in realtà fallaci, nonostante si vantino di essere "obiettivi". Una fotografia del mare, ad esempio, non è bagnata non sa neppure di sale. Picasso replicò molto seriamente ad un collezionista d'arte che, criticando lo stile cubista, decise di mostrare una foto di sua moglie per convincerlo a dipingere le persone "come sono veramente": "Ah, capisco. Sua moglie dunque è molto sottile e alta circa dieci centimetri?"

Ma al tempo stesso "riprodurre la realtà" è davvero l'unico modo per rappresentarla? Ogni atto creativo presuppone necessariamente una dose di finzione. Non esiste pittura o letteratura e, più in generale, nessuna altra forma d'arte che non sia fantastica.

© paroleopache


WOMAN IN A DARK ROOM
[oil on board, 20x30 inches]

DAVID (commissioned portrait)
[oil on board, 5x28 cm.]


MISS DAVIES
[oil on board, 31,5 x 61 cm.]

DRINKING GIRL
[oil on board, 42x60 cm.]

GEOMETRY
[oil on board, 49x81 cm.]

ILLUMINE
[oil on board, 43x30 cm.]

COMPOSITION IN ORANGE AND TURQUOISE
[oil on board, 61x61 cm.]

THE OSWESTRY CONNECTION [oil on board,  62x76 cm.]

BEAU
[nessuna informazione]

FUR COATS
[oil on board, 41x61 cm.]